lunedì 2 aprile 2012

I wish I could believe you


Un coniglio gigante vomita lustrini e cinque addetti al palco cercano di distrarci per nasconderci qualcosa. Deve essere accaduta una tragedia e loro cercano di distrarci con…la leggerezza! presentandoci goffi numeri di magia, di contorsionismo, di tip tap…qualsiasi cosa pur di sorvolare sulla tragedia, su una congiura. Giochi di numeri, luci e suoni. Ironici e divertenti i cinque interpreti, ma sempre con l’unico obiettivo di distrarci. Ma ad un certo punto perdono di mano la situazione ed è in questo preciso momento che entra in scena l’incantevole Philippe Saire che interpreta…un folle? Beh, se la follia è la malattia di un sognatore, di un leggero sognatore, allora sì, era un folle che  sulla versione dolcemente francese di Paloma si lasciava andare a leggiadri balli, nonostante il suo meno leggiadro fisico.
Ed ancora i cinque interpreti cercavano quasi di voler giustificare quella vera leggerezza, con l’accondiscendenza, la rabbia ed infine la rassegnazione.

I wish I could believe you, uno spettacolo di teatro danza leggero ed emozionante , ma al contempo di riflessione. Bravissimi i cinque ballerini della Compagnie Philippe Saire, eccellente il coreografo e la sua interpretazione. Non un attimo di noia con i loro continui numeri e la loro piena padronanza di tutti gli spazi del palcoscenico con grande dinamicità.





A fine spettacolo il coreografo e i ballerini si sono resi disponibili per un incontro di domande e risposte con il pubblico, ma, ahimè, il mio dovere di mamma mi ha richiamato a casa immediatamente e purtroppo, con grande rammarico, non ho potuto assistere a questo incontro. Ho dovuto far prevalere il dovere alla leggerezza!
Recupererò un giorno, magari portando a teatro i miei figli!

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