venerdì 23 agosto 2013

Eleonora Abbagnato e le stelle dell'Opera di Parigi


Forse non ero disposta io bene moralmente. Provenivo da una lunga giornata noiosa ed ero già un po’ stanca al solo pensiero di andare a Taormina a vedere il Gala di Eleonora Abbagnato e le stelle dell’Opera di Parigi. Ma forse erano stanchi anche tutti gli spettatori. Sarà stata la fine dell’estate, ma non ho percepito un pubblico entusiasta, né dell’etoile, né delle altre stelle. Solo alla fine dello spettacolo, durante i saluti finali a qualcuno è scappato “Brava!”.
Non critico tanto lei, quanto tutta l’organizzazione. Non c’era un solo programma di sala, ma su questo potrei passarci sopra. Le luci sul palco per tutto il primo tempo sono state solo gialle e dall’alto e questo ha contribuito ad appiattire lo spettacolo. è vero che il teatro antico di Taormina fa da cornice, ma le luci gialle sui ballerini non hanno aiutato di certo ad esaltare i loro movimenti. Le prime tre esibizioni sono state di contemporanea, ma direi che di contemporaneo avevano ben poco, viste le coreografie obsolete oltre che le musiche a prova di sonno. Una musica di una delle coreografie del primo tempo (purtroppo non avendo un programma di sala mi viene molto difficile indicarvi musiche e danzatori) ha risvegliato un po’ tutti, ma la coreografia contemporanea sulle punte credo che risalisse agli anni 70/80. E ultimo balletto di questo interminabile primo tempo è stato la Dame aux Camelias, pezzo forte dell’Abbagnato, che predilige le interpretazioni romantiche, egregiamente eseguito.
E finalmente il secondo tempo, più classico con il pas de deux del Don Chisciotte in cui il vero protagonista è stato il danzatore. La ballerina sembrava aver problemi a sollevare la gamba in arabesque oltre i 45°. Un solo di flamenco, un pas de deux del Lago dei Cigni meravigliosamente eseguito (era ora), un paio di coreografie contemporanee e infine pas de deux de La Carmen eseguito dalla Abbagnato. Una particolare Carmen bionda che però ha avuto un intoppo a fine balletto non riuscendo a trovare l’equilibrio in un passo. E insomma, dall’Etoile su cui si concentra tutto il gala ti aspetti la perfezione e forse anche qualche virtuosismo che non per forza deve essere fatto, ma dato che la Abbagnato da queste parti non si vede mai, era una buona occasione per farsi conoscere per bene.

Ah, nel secondo tempo si sono accesi tre faretti blu e altri tre rossi (uno più uno meno).

sabato 27 luglio 2013

Roberto Bolle & Friends in Taormina

Nella suggestiva cornice del teatro antico di Taormina si è svolto ieri sera lo spettacolo di Roberto Bolle & Friends con i ballerini dell’American Ballet Theatre. Due ore di emozioni e divertimento. Nonostante le cattive condizioni del palco, che per l’eccesso di umidità hanno costretto i danzatori ad esibirsi senza il linoleum, hanno comunque garantito uno spettacolo di un livello talmente alto che difficilmente riuscirò a vedere di meglio. Isabella Boylston, Misty Copeland, Marcelo Gomes, Yuriko Kajiya, Julie Kent Jared Matthews, Hee Seo, Daniil Simkin, James Whiteside sono stati i ballerini che hanno accompagnato Bolle nel suo spettacolo. La vera sorpresa per me, che non l’avevo mai visto esibirsi, è stato Daniil Simkin, classe ’87, russo, figlio di due celebri ballerini, Dmitrij Simkin e Olga Aleksandrova. Ogni suo salto sollevava un coro di stupore e strappava applausi fragorosi. Un vero incanto. Coinvolgenti le tre coreografie con le musiche di Sinatra eseguite da Misty Copeland e Marcelo Gomes ed emozionante fino alle lacrime l’interpretazione di Romeo eseguito da Bolle accompagnato da una splendida Hee Seo. Non da meno le due coreografie contemporanee After the rain interpretato da Isabella Boylston e James Witheside e Poised eseguito da Yuriko Kajiya e Jared Matthews con la suggestiva musica al pianoforte di Sylvain Chauveau. Meraviglioso finale con il pas de deux della Dama delle Camelie.
Non ha scelto un repertorio in cui veniva esaltata la sua potenza che ho avuto il piacere di ammirare durante altri spettacoli, mi viene in mente l’assolo dell’Excelsior, ma Bolle ha optato per tre coreografie più interpretative ed emotive, dove sicuramente è venuta un po’ meno la sua potenza, ma non di certo la sua magnificenza. Sono uscita dal teatro con il cuore che mi scoppiava per l’emozione, segno indiscutibile di uno spettacolo garante di perfezione ed eccellenza.

Ho rubato qualche scatto dall’alto della tribuna, rigorosamente senza flash che ho il piacere di mostrarvi. Mi scuso per la qualità non proprio ottimale.

Jared Matthews

Misty Copeland, Jared Matthews - Tchaikovsky Pas de Deux

Aggiungi didascalia


Isabella Boylston, James Whiteside - Poised

Roberto Bolle - Lago dei Cigni - pas de deux dell'atto III

Hee Seo, Roberto Bolle - Lago dei Cigni - pas de deux dell'atto III

Daniil Simkin - Le Bourgeois

Hee Seo, Roberto Bolle - Romeo e Giulietta

Hee Seo, Roberto Bolle - Romeo e Giulietta

Yuriko Kajiya, James Whiteside - Schiaccianoci  - Pas de Deux dell'atto II

Yuriko Kajiya, James Whiteside - Schiaccianoci  - Pas de Deux dell'atto II

Misty Copeland, Marcelo Gomes - Sinastra Suite

Julie Kent, Roberto Bolle - La Dama delle Camelie




venerdì 19 aprile 2013

Video Music & Ballet

Sempre più spesso mi capita di vedere video musicali accostarsi alla danza. 
Il primo di cui vorrei parlarvi è il video dei Radiohead i cui protagonisti sono il leader Thom Yorke e una ballerina del Royal Ballet, Tukiko Takase. Sarà il mio amore per questo gruppo che seguo da circa 16 anni, fatto sta che questo video mi ha catturata! Lui mi ha sorpreso, non avrei mai e poi mai creduto che potesse eseguire una coreografia di 4 minuti, e invece si è rivelato un ottimo ballerino con uno stile decisamente personale e unico. Ovazione per Thom!




Il secondo video è dei King’s of Convenience, divertente, spiritoso e anche tenero. La rigidità della danza classica stravolta da un ragazzino che sogna uno stile tutto suo e lo realizza. Anche i King’s of Convenience rientrano tra i miei gruppi preferiti e anche questa volta non mi hanno deluso.



Ultimo video. Devo essere sincera, non amo particolarmente questo genere, anche se questa canzone dei Florence and The Machine non è poi così male. In questo caso delle ballerine classiche, con tanto di punte, vestite da cigni, si esibiscono in una danza indie-pop. In questo caso, il video non mi ha entusiasmata, ma vale comunque la pena vederlo.




Buona visione e buon ascolto!


domenica 7 aprile 2013

Jeni Dance Company: DON't usual QUIXOTE




Se potessi scegliere uno spettacolo tra i vari che ci sono in programmazione in Italia in questo Aprile 2013, andrei proprio a Bologna il 14 Aprile al Teatro delle Celebrazioni. Chi mi segue ormai conosce la mia passione per la danza contemporanea, concettuale, astratta, senza mai abbandonare il mio amore per la danza classica. Quindi cosa di meglio di un inusuale Don Chisciotte, tra l’altro uno dei miei balletti preferiti? Parlo infatti dello spettacolo DON’t usual QUIXOTE, di Paola Jeni, coreografa della omonima compagnia, nata nel 2009 debuttando con lo spettacolo Impulsi Armonici, dando inizio a  produzioni di crescente interesse da parte del pubblico.
In quest’ultima produzione per la prima volta il Don Chisciotte si trasforma in personaggio contemporaneo, mantenendo tutte le musiche di repertorio di L. Minkus. Una novità che mi incuriosisce, e sono sicura che non deluderà perché conosco lo stile della Jeni, in continua evoluzione ma con un filo conduttore in  tutte le sue produzioni, come ad esempio gli effetti scenici a cura di Paolo Parisi che hanno la capacità di rendere il palcoscenico un luogo infinito, astratto, capace di stimolare i sensi visivi senza mai distogliere l’attenzione dai danzatori.
La contemporaneità di questa produzione si esprime già nel luogo della narrazione che non è più una piazza, "non un luogo determinato, ma un ombelico che in sé concentra tutte le piazze passate, presenti e future (…) un luogo aperto, circolare, intorno al quale lo spettatore assiste ad una storia da molti punti di vista e da plurime fughe temporali".
L’inusuale Don Chisciotte "non è più solo il nobile spagnolo avido di letteratura cavalleresca e con una mente dalla fervida immaginazione. Egli vive in un tempo sospeso tra presente e futuro, in cui gli oggetti della sua fantasia diventano reali, i suoi sogni prendono forma, diventano materia palpabile, che anche gli osservatori riescono a toccare e di cui arrivano ad appropriarsi".
E ovviamente non può mancare l’amore tra Basilio e Kitri, "quello considerato dagli altri folle (…) ma infine vittorioso;  Don Chisciotte invece ama Dulcinea, e chi è pazzo è solo chi crede che l’amore sia frutto della sua fantasia. Essi si amano in un modo che è senza tempo, nello stesso modo in cui noi oggi e per sempre continueremo ad amarci".

Queste sono solo le premesse di uno spettacolo che sono certa lascerà soddisfatti gli spettatori.




Regia e Coreografia: Paola Jeni
Assistente alla Regia e Costumi: Stefano Cevenini
Effetti Scenici: Paolo Parisi
Musiche: Léon Minkus
Don Quixote: Andrea Del Furia
Sancho Panza: Marco Casoli
Basilio: Stefano Cevenini
Kitri: Eleonora Boriani
Gamache: Massimo Monticelli
Mercedes: Giulia Tozzi
Amour: Francesca Paveggio
Zingara: Chiara Gamberi
Cast: Sara Buoncompagni, Paola Jeni, Noemi Pizzi, Simona Spettoli, Katia Tarantino

lunedì 18 marzo 2013

Danza e pittura: Kitty Meijering


Non ho abbandonato il blog, semplicemente sto dedicando il mio tempo ad un altro progetto, ma adesso spero di riuscire a portare avanti sia questo blog che l’altro lavoro.
Ed eccomi qui con il terzo appuntamento dedicato alla pittura. Oggi vi voglio mostrare le opere di Kitty Meijering, che sicuramente conoscete e magari ne avete qualche stampa a casa. Io ne ho due. La maggior parte dei soggetti dei suoi quadri sono ballerini in movimento. Riesce perfettamente nel suo intento di far apparire le ballerine di un suo quadro come se stessero danzando proprio in quel momento, proprio su quella tela. Mi piacciono molto i colori forti come il rosso a contrasto con il bianco.
Lascio giudicare a voi se non sono favolosi. Io li adoro.




domenica 10 marzo 2013

Instrument 1 - Compania Zappalà Danza



Tre repliche di Intrument 1 della compagnia Zappalà Danza a Catania presso la loro residenza artistica. La loro produzione, se non la più importante, sicuramente quella più richiesta, contando più di cento repliche.

Foto di Gian Maria Musarra



Gestualità siciliane, tra antico e moderno. Si distinguono e si confondono. Donne siciliane luttuose con i loro lamenti, talmente esasperati da risultare tragicomici, che inaspettatamente si rivelano uomini di oggi aitanti e decisamente disinibiti. Lo spettacolo continua con il ritmo incalzante del marranzano, strumento antico siciliano suonato dal bravissimo Luca Recupero, che abilmente ha reso lo scacciapensieri uno strumento dal ritmo incalzante e prepotentemente contemporaneo ricordando a tratti sonorità elettroniche. Sette danzatori, tutti uomini, si sono esibiti in gestualità mafiose talvolta fondendosi con i suoni del marranzano, altre rincorrendosi e scontrandosi tra di loro, in una virilità musicale, dove il corpo è esso stesso strumento. E là dove il marranzano dovrebbe fungere da scacciapensieri, sorgono invece tanti dubbi e ci si chiede se l’antico non sia ancora attuale e l’invisibile non diventi palese agli occhi.

Spettacolo da non perdere. Prossimi appuntamenti della compagnia a Ravenna  al Teatro Alighieri il 17 Marzo.

venerdì 1 marzo 2013

Binario 234


Voglio segnalarvi un festival che mi incuriosisce e ne spiego i motivi.
Il festival è “Binario 234” e si terrà a Bologna il 3, il 4 e il 5 Maggio 2013 al Teatro delle Celebrazioni. Si esibiranno 3 compagnie italiane di danza contemporanea. La prima è quella che conosco da più tempo ma che non ho mai avuto il piacere di vedere ballare live, ed è la Spellbound Contemporary Ballet di Mauro Astolfi, al quale sono particolarmente legata nel mondo della danza, e che presenterà Le quattro Stagioni. La seconda compagnia è quella che conosco meglio di tutte, che ho visto danzare più volte, della quale amo molto più lo stile, la sua anima, intensa e penetrante, ed è la Compagnia Zappalà Danza che si esibirà con la loro produzione di maggiore successo: Instrument 1 che oltretutto andrò a vedere la prossima settimana presso la loro residenza artistica. E infine durante l’ultima serata si esibirà l’attesa, per me, Oniin Dance Company, nuova compagnia di danza contemporanea che debutterà proprio quel giorno. Mi incuriosisce perché ho conosciuto il coreografo, Alessandro Vacca, che è anche ballerino free lance della Compagnia di Zappalà e oltretutto credo che danzerà pure il giorno prima in Instrument  1, e il suo stile mi era piaciuto molto. Ha creato la sua compagnia quest’anno e mi piacerebbe vederne il risultato.
A questo punto non mi resta che sperare che la convention della mia azienda, che si tiene ogni anno a Bologna a Maggio, coincida proprio in quei giorni, così potrò andare a soddisfare la mia curiosità.




domenica 24 febbraio 2013

Addio ballerina

Non c'è peggior notizia dell'apprendere la morte di una bambina per leucemia. Perchè ne parlo qui? Perchè non ho mai visto danzare una bambina così piccola così bene. Quando capitava che mi fermavo a guardare la lezione della sua classe il mio sguardo si puntava solo su di lei. Non riuscivo a guardare nessun altra. Era perfetta, meravigliosa, con un talento naturale da far venire i brividi a tutti...
Una vita brevissima, ma posso assicurare che in questi pochi anni ha saputo emozionare tantissime persone. Qualsiasi concorso era una sua vittoria. Splendeva sul palco. Adesso splende in cielo. Addio piccola Kimberly.

mercoledì 20 febbraio 2013

Danza e pubblicità #Samsung

Arieccomi! Un po’ di impegni a lavoro mi hanno tenuta lontana dal mio amatissimo blog. Amatissimo perché rappresenta l’angolo della mia passione.
Purtroppo come ho detto migliaia di volte in Sicilia scarseggiano gli spettacoli di danza, rosico quando vedo amici miei che abitano a Bologna e vedono tanti spettacoli, ma pazienza, ci saranno tempi migliori. Così non ho recensioni da proporvi, ma posso sempre ampliare le mie rubriche. Così, nel riprendere la mia rubrica “Danza e pubblicità” vi propongo una della Samsung per promuovere il Galaxy 580.
Protagonista una bambina allegrissima che da via ad un flashmob. Mi fa impazzire lo stile di questa bambina.  E’ a dir poco adorabile per me.
Buona visione e al prossimo appuntamento!

venerdì 1 febbraio 2013

Danza e Pittura: Botero

Un post breve ma pieno di colore. Per la rubrica Danza e Pittura oggi vi faccio ammirare le famose, colorate, decise e cicciottelle ballerine di Botero.




L'ultima mostra di Botero in Italia è stata a Pietrasanta a luglio in occasione dei suoi ottanta anni. Speriamo di ospitarne presto un'altra. I suoi quadri e le sue culture sono una delizia per gli occhi!

martedì 29 gennaio 2013

Danza e Cinema: Isadora Duncan



Il suo nome ha sempre fatto parte del mio sapere, ma senza averne in realtà mai approfondito la sua biografia. In questi giorni di shopping on line compulsivo di film ho comprato Isadora. Sono stata stregata da 180 minuti di film a tal punto da desiderare di comprare tutte le sue biografie. Una vita breve, ma molto intensa, vissuta tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento.Una donna con il senso di libertà innato, che l'ha spinta istintivamente a rompere tutti gli schemi della danza classica, ballando a piedi nudi e senza la rigida tecnica che la disciplina impone, dando vita a quella che un giorno sarà la danza moderna, ispirando grandi nomi come Martha Graham. 
Una donna che ha rotto gli schemi non solo nella danza, ma nella vita stessa, avendo avuto due grandi amori da cui ha avuto due figli senza mai sposarsi. 
Una donna che lottava per l'esaltazione del corpo femminile cercando di eliminare il pudore e la censura per il nudo. Una donna che ha affascinato i più grandi uomini della terra, ha girato il mondo con i suoi spettacoli, America del Nord, America del Sud, Europa, Russia, ispirandosi alla cultura ellenistica, indossando nei suoi spettacoli vestiti ispirati a quel periodo. 
Ha aperto numerose scuole di danza, impartendo non tanto una tecnica, quanto appunto uno stile di liberta, stile che negli anni dopo la sua morte è diventata la "tecnica Duncan". Una vita tanto estrema quanto tragica. La morte prematura dei suoi due figli, annegati nella Senna, e la sua morte, avvenuta a soli cinquanta anni, strozzata dalla sua sciarpa che si è impigliata nella ruota della moto su cui era in corsa. 




Mi sono immersa così tanto nella sua vita che dopo il film saltellavo per casa con il suo stile. Ho smesso quando i miei figli non smettevano di guardarmi stupiti, per la mia bravura, si intende. 

domenica 27 gennaio 2013

Danza e pubblicità: Levi's




Non avevo ancora visto questa pubblicità, non so voi. Due ballerini del  Korea National Ballet si esibiscono in una performance di danza moderna nelle strade di Seoul, indossando i famosissimi Jeans Levi’s esaltandone la caratteristica strech, talemten strech da poterci ballare comodamente. Questo è la full version della pubblicità. Non ho trovato lo spot canonico di 30 secondi, ma direi che questi quasi 4 minuti non stancano per niente sia per la eccezionale bravura dei ballerini (in questo caso viene esaltata maggiormente lei) sia per le varie location. Affacciarsi nelle strade di Seoul tramite una coreografia cntemporanea mi è sembrato un bell’accostamento. Un’occasione per ammirare i tre elementi, i jeans, le strade di Seoul e i ballerini del Korea National Ballet.
Vincitore del trofeo di bronzo al London International Ad Awards  per le musiche originali e finalista agli Apra agsc Screen music Awards.
 

mercoledì 23 gennaio 2013

Un viaggio immaginario a Febbraio

Mancano pochi giorni e saremo a Febbraio, il mese più corto dell’anno ma il più intenso. Qui a Catania è il mese più freddo e in giro per l’Italia si può trovare un po’ di calore nei tanti teatri che ospitano serate di danza. In Sicilia, purtroppo, di danza ce n’è troppa poca. E allora non mi resta che chiudere gli occhi e immaginare di avere la bacchetta magica e saltellare tra una città e l’altra per andare a vedere spettacoli che mi incuriosiscono e spettacoli imperdibili.
E’ così che ho scritto un calendario per il mese di Febbraio. Questi sono gli spettacoli che andrei a vedere se avessi realmente la bacchetta magica:
3 Febbraio: Silvye Guillem in 6000 Miles Away a Roma – Auditorium Parco della musica. Spettacolo assolutamente imperdibile. Non capita spesso di vedere la rinomata, amata, odiata Sylvie.

8 Febbraio: eVolution Dance Theatre a Bologna – Europauditorium. Mi sembra un po’ una scopiazzatura dei Momix, e appunto, per vedere se copiano, andrei a vederli.
9 Febbraio:  Ezralow Company. L’eclettico coreografo freelance, adesso in giro per l’Italia con Open a Bergamo, Creberg Teatro.



13 Febbraio: Alex Atzewi con la sua compagnia interpretano la Carmen a Genova al Politeama Genovese.  Ho visto più volte lui e i suoi ballerini ballare. Devo dire la verità, non mi hanno impressionato più di tanto. Sarei solo curiosa di vedere la loro evoluzione.
16 Febbraio: Notre Dame de Paris - Teatro alla Scala, Milano. Vedere Roberto Bolle è sempre un piacere. A tal proposito ho un breve aneddoto da raccontare: un giorno io e due mie care amiche siamo andate a vedere Bolle & friends al Comunale di Bologna. A fine spettacolo siamo andate nel retro del teatro per salutare Bolle, il quale è stato veramente molto gentile e disponibile, e poi abbiamo letteralmente inseguito Bolle e i suoi friends, fino al punto in cui sono entrati in un meraviglioso palazzo dove era stata organizzata una esclusiva festa per i ballerini. E noi siamo rimaste là fuori a guardare le finestre luccicanti con la speranza che ci facessero entrare. Ovviamente siamo finite in pizzeria a sognare!

24 Febbraio: Je suis Eleonora Abbagnato – Padova, Teatro Geox. L'ho vista danzare ad un gala di danza al Arcimboldi di Milano e contro le mie aspettative mi ha molto emozionato. Bravissima e molto brava ad interpretare.
26 Febbraio: Moving with PinaCristina Morganti a Vicenza. Ho visto da poco il film “Pina” e mi ha emozionato talmente tanto che non mi perderei mai una esibizione che possa avvicinarsi alla sua anima.
27 Febbraio: Momix in Alchemy a Milano, Teatro Nuovo. Finalmente tornano! Li adoro, da quando sono piccola. E non vorrei perdere il loro spettacolo.

E invece me li perderò tutti questi spettacoli. Il più a sud è a Roma…peccato!

martedì 15 gennaio 2013

Intervista ad Alessandro Sciarroni



Ho visto una foto di un suo spettacolo e l’ho guardata per un tempo per me indefinito, che mi è sembrato eterno. Sono stata catturata da quella immagine che mi ha fatto esplodere delle emozioni che non potrei scrivere, ma che mi hanno portato a cercare, a scovare, a leggere, ad ascoltare notizie su di lui. Chi è? Che fa? E' un regista? E' un coreografo? E’ Alessandro Sciarroni. E mi ha fatto il regalo post natalizio più bello che potessi ricevere. Rispondere alla mia intervista. Quando mi è arrivata la sua mail di risposta, ho letto le sue parole senza leggerle realmente perché volevo divorarle.
Adesso è a voi che voglio trasferire le mie emozioni regalandovi questa intervista ad Alessandro Sciarroni.

Alessandro, raccontaci come nascono le tue creazioni, dove trovi
l'ispirazione?
L'ispirazione per me è sempre una questione di intuizione. Normalmente vedo qualcosa che "blocca" il mio pensiero per qualche momento. Credo sia qualcosa che ha a che fare con la paura. La cosa che mi affascina, che ha catturato la mia attenzione, oltre ad essere "bella" pone sempre delle questioni controverse, fastidiose. Mi spinge a muovermi in un territorio dove non sono mai stato. Me ne fa sentire la responsabilità. Se il pensiero iniziale continua ad insistere nella mia testa per qualche giorno, allora può nascere un progetto a partire da questo pensiero, ed in seguito, un lavoro.

Purtroppo non ho ancora avuto il piacere di vedere dal vivo i tuoi lavori. Per fortuna esiste internet. Ho visto così, su tuo gentile invito, il tuo lavoro “Your Girl”, sicuramente molto forte come impatto iniziale. Personalmente ho un certo pudore nei confronti del diverso, per quanto non voglia mai considerarlo tale e vorrei trasmettere ai miei figli la naturalezza verso tutti. Prima di vedere Your Girl mi si insinuava il dubbio che tu avessi sfruttato la diversità per catturare la morbosa curiosità di alcuni spettatori,  quando invece ho visto il video completo di questo tuo lavoro, questo dubbio è crollato insieme alla parola diversità. Adesso sono curiosa di sapere quale emozione tu vuoi trasmettere con Your Girl. 
La questione delle emozioni da trasmettere è molto delicata. Sono convinto che ci siano molte persone che guardano a questo lavoro con sospetto. Io dal mio punto di vista sono molto sereno, perchè non lavoro mai pensando all""effetto" che un mio lavoro avrà sul pubblico. Non penso mai che una cosa farà ridere e una dovrà far piangere. Quando vedo qulcosa in una prova, e SENTO qualcosa che mi interessa, allora quel frammento probabimente finirà nello spettacolo. La stessa cosa accade quando non sono contento di ciò che vedo in una prova. Continuo a lavorare fino a quando questo senso di insoddisfazione non passa. In poche parole cerco di pormi, come maker, in una condizione di completa sincerità con me stesso rispetto a ciò che sento mentra vedo ciò che sto componendo. Sono io il primo spettatore dei miei lavori e cerco di analizzarli in maniera critica e onesta. In questo modo credo di assumermi la responsabilità di ciò che vedo. Se io mi emoziono mentre vedo una prova, allora sì, è possibile che anche parte del pubblico si emozionerà quando vedrà lo spettacolo finito. Ma non vado a caccia di emozioni da spacciare allo spettatore. Quello che decido di mostrare ha a che fare con ciò che sento io. Ricordo pefettamente il momento in cui abbiamo montato la scena finale di Your girl. Ricordo che mi tremavano i polsi dall'emozione. Ricordo la responsabiltà che ho sentito in quel momento: era l'immagine che stavamo cercando e questo ci faceva paura. Ma proprio per questo abbiamo deciso di mostrarla. Se io sono spettatore, oltre che maker, di ciò che faccio, se lo sono in maniera profonda, allora è possibile dire che è il pubblico che compone quell'opera, e nei casi più fortunati questo crea un'opera che è segno dei tempi…

Your Girl - Ph. Hugo Munoz


C'è un filo conduttore tra le tue varie creazioni? Se si, cosa lega un lavoro ad un altro?
Come ti dicevo, oltre ad avere un'ossessione per alcuni segni estetici, l'unica cosa che crea un legame tra i miei lavori è il mio bisogno in quel momento. Le creazioni che ho fatto fino ad oggi sono molto diverse tra loro. Questo perchè per me, mettermi al lavoro significa esorcizzare il senso di paura che provo all'inizio di cui ti dicevo sopra. una volta che la paura è passata, lo spettacolo è pronto e io sono nuovamente in viaggio verso l'esorcizzazione di nuova paura. 

Ho visto che hai fatto un'audizione per il tuo prossimo lavoro "I will be there when you die". Quali sono i criteri che utilizzi per scegliere i tuoi interpreti?
In questo caso sono molto specifici, poichè cerco dei giocolieri. Quindi devono saper far il loro lavoro, ovviamente. Ma poi sono alla ricerca di una sensibilità fisica, di una vibrazione energetica, e di precisione. Cerco un peformer che sappia rallentare il tempo, fermarlo se necessario. 

Consideri il tuo percorso artistico più vicino alla danza o al teatro? 
Rispetto a queste questioni…potremmo parlarne per ore. La questione è che oggi i linguaggi teatri e la danza contemporanea sconfinano facilmente nella Performance, e viceversa. Il termine Performance oggi è stato accettato in maniera impropria. Si usa molto spesso, per indicare un evento musicale, teatrale, di danza, ecc…che presenti un formato non esattamente tradizionale. Molti artisti che lo usano oggi ignorano completamente il fatto che con il termine Performance si fa riferimento alle azioni di numerosi artisti visivi, che dalla fine degli anni '60 hanno iniziato a considerare il corpo come medium, in opposizione al mercato dell'arte tradizionale che richiedeva un'ossessiva produzione di oggetti materiali. Si trattava di un linguaggio radicale, spesso violento. Chi faceva performance spesso odiava il teatro, perchè tutto ciò che accadeva in teatro era finto (questo è un concetto sul quale Marina Abramovich ancora oggi insiste).
In linea di massima io concordo con queste distinzioni rispetto ai linguaggi.
Negli ultimi trent'anni però gli artisti hanno sentito il bisogno di includere nella loro ricerca linguaggi provenienti da altre discipline. Oggi se vai a vedere uno spettacolo di danza non c'è nulla di strano se un
danzatore usa la parola. Io ad esempio, pur venendo dal teatro, pur essendo un attore e non un danzatore,
vedo circuitare i miei lavori principalmente nell'ambito della danza contemporanea, e pur nascendo come
regista, non sono affatto interessato all'uso della parola in scena. Francesco Vezzoli qualche anno fa vinse
la manifestazione “Performa”, a New York, presentando all'interno del Gugghenhiem di New York un
testo di Pirandello, Così è se vi pare, recitato da attori di fama internazionale: operazione del tutto coerente
rispetto alla sua ricerca. Marina Abramovich ha speso molti anni della sua carriera cercando di dimostrare
che la Performance era arte rivendicando il suo territorio e proponendo le sue azioni all'interno del circuito
dell'arte contemporanea, nelle gallerie. Il suo mercato oggi prevede, tra l'altro, la vendita dei "documenti"
legati alla performance (immagini innanzitutto) che assumono il valore di "monumento".
Ma io non venderei mai una foto di un mio lavoro. Per me quell'immagine è solo un documento. Passo continuamente dal linguaggio teatrale a quello della performance, e i miei lavori hanno sempre una forte connotazione coreografica ben precisa, e questo avviene in maniera conscia. 

Cosa temi di più nel tuo lavoro?
Questa è una domanda molto personale. Ha a che fare con le relazioni che si creano all'interno del mio lavoro, tra me, i miei collaboratori, e anche il pubblico. Non credo sia bene rispondere…!



         

         

mercoledì 9 gennaio 2013

Danza e Cinema...Passi d'amore.


Oggi inauguro la mia terza rubrica: Danza e Cinema!
Con quale film dovrei cominciare? Con “Scarpette Rosse”, che “se non ‘l’hai visto non sei una ballerina?”. Non l’ho mai visto. Quindi comincerò con il film che ho più visto e più amato. “Passi d’amore” di Sergio Sollima con Alessandra Martines. Un film del 1990, quando io avevo appena 8 anni. Avevo iniziato a studiare danza da poco e ai tempi non esisteva youtube e internet per vedere tutto ciò che volevi sulla danza. Dovevi aspettare qualche programma in tv, un film, un documentario. E per me quel film fu la mia iniziazione al mondo della danza. E direi che è stato pure premonitore visto che in questo film la ballerina protagonista dovette abbandonare la danza per un’improvvisa gravidanza…proprio come me!
La scena che mi è rimasta impressa però non riguarda la danza, ma il cibo. Lei doveva riprendere a danzare dopo la gravidanza e doveva perdere i chili di troppo acquisiti durante i nove mesi di gestazione, ma la fame era talmente tanta che mangiava gli omogeneizzati togliendoli alla figlia e poi apriva il frigo e divorava tutto…proprio come me!
Vi lascio qualche  immagine del film dato che non ho trovato nessun video, intanto io vado qualche giorno in vacanza e al mio rientro pubblicherò un’intervista che ho fatto ad un coreografo che amo molto. A presto!



lunedì 7 gennaio 2013

Danza e pittura #Junghanns


C’è chi ancora si ostina a credere che la danza non sia arte. Ma se consideriamo che la danza ha ispirato tante arti, quali la pittura, il cinema, la poesia, beh…non si può dire che non lo sia. E’ addirittura musa! 
Oggi voglio dedicare un post alla pittura ispirata alla danza ed aprire una rubrica. In realtà ho deciso di aprire tre rubriche: Danza e Pubblicità, Danza e Cinema e Danza e pittura. Tre appuntamenti al mese! Si accettano suggerimenti, come sempre.
Collegandomi ad una mostra che si sta svolgendo a Milano fino al 19 Gennaio presso la galleria Artespressione, vi mostrerò alcune immagini relative ai disegni di Reinhold Rudolf Junghanns, a cui è dedicata la mostra dal titolo Tanzen.
Pittore tedesco vissuto tra il 1884 e il 1967. Tra le sue muse ispiratrici ci sono la modella EmmyHennings, attrice e moglie del celebrato dadaista Hugo Ball e le ballerine Clotilde Von Derp e Mary Wigman, dalle quali trae ispirazione per dar vita ad una serie di opere sul tema della danza.
Chi si trova a Milano può ammirare i suoi disegni. 





sabato 5 gennaio 2013

Danza e pubblicità #1

Miracolosamente questa mattina sono sola a casa. Nessuno che piange, nessuno che litiga, nessuno che urla "mammaaaaa". Sono emozionata per questo momento di solitudine. Ho avuto un attimo di smarrimento, volevo fare così tante cose che non sapevo da dove cominciare. Così, tanto per iniziare, mi sono infilata sotto il piumone e ho deciso di dedicare qualche minuto al blog. E navigando mi sono imbattuta in pubblicità di vari prodotti che sfruttano il canale della danza. Così come Segue, marchio italiano di borse e accessori, che ha promosso la linea autunno/inverno 2012/2013 con l'immagine di ballerine. E se la devo dire tutta non mi piacciono molto. Alcune si vede proprio che non sono ballerine, e la cosa mi urta molto. Quando una non ballerina mette al piede una scarpetta da punta mi sembra un sacrilegio!!!








Bagutta, storico brand milanese di camicie, invece, ha scelto Petra Conti e Eris Nezha, solisti del Teatro alla Scala, come testimonial, scegliendo gli scatti di Julian Hargreaves che risultano essere molto eleganti.




Un'altra ancora l'ho trovata davvero molto carina e divertente. Il prodotto è una linea di smalti e il protagonista è un cavallo meraviglioso che si improvvisa ballerino di varie discipline. Con gli zoccoli ovviamente smaltati. Fantastico!



Ce ne sono molte altre pubblicità "ballerine", pian piano ve le mostrerò. Voi se ne avete qualcuna da suggerire potete farlo qui o sulla mi pagina facebook, che trovate a destra. 
Adesso continuo a godermi questa splendida solitudine! Buon fine setimana!

venerdì 4 gennaio 2013

Sono in tempo per fare gli auguri di buon anno?




Il tempo vola…è arrivato il nuovo anno e con questo spero anche tantissime cose positive. Il 2012 è stato un anno un po’ di passaggio per me, di certo è stato importante perché ho deciso di riprendere a scrivere sfruttando una mia grande passione, la danza. Dopo anni ferma a casa a crescere i due marmocchietti, ho ripreso a vedere spettacoli, andando a teatro anche da sola, cosa che non credevo di riuscire a fare e invece è molto più bello di quanto credessi. E scrivere di danza mi da soddisfazione, mi fa ballare ancora un po’, ha consentito di non farmi tagliare il laccio a quelle scarpette che ho tanto amato e odiato. Riuscire a fare interviste a coreografi importanti, rompere la mia timidezza e contattarli e ricevere tanta stima mi ha fatto bene all’anima. Ogni tanto vorrei scrivere di me, delle mie giornate, dei miei figli, ma poi penso che sià più bello che questo blog mantenga la sua caratteristica danzante. D’altronde le mie non sono critiche. Chi sono io per criticare? Nessuno. Le mie sono solo sensazioni ed emozioni riportate qui. E sono una parte di me, per questo, in fondo non c’è bisogno che io parlo di altro, la danza parla di me.
Buon anno, con un po’ di ritardo!